Al Ministero degli Affari Esteri
Al Ministro dell’Interno
All’Ambasciata Libica in Italia
All’Ambasciata d’Italia a Tripoli
p.c. All’UNHCR
Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
p.c. All’Agenzia giornalistica Italia
p.c. agli Organi di stampa
Oggetto: invito a fornire chiarimenti in merito all'accordo Italia-Libia sul fenomeno dell'immigrazione.
Gentili Autorità,
con stupore e preoccupazione stiamo seguendo gli sviluppi della vicenda dei 250 eritrei in Libia. Da quanto abbiamo potuto appurare dalle Agenzie di stampa (Agi) e da diverse testate giornalistiche questi cittadini eritrei richiedenti protezione internazionale vivono in condizioni disumane e pare che vengano deportati dalle autorità libiche da un luogo all’altro, dentro grandi containers di ferro, attraverso il deserto, nella immaginabile sofferenza, rischiando di morire asfissiati. Si tratta di eritrei presumibilmente respinti dallo Stato italiano.
Ci chiediamo come viene attuato l’accordo tra Italia e Libia stipulato nel 2008 che al punto 3 dell’art. 19 recita: “Le due parti collaborano alla definizione di iniziative, sia bilaterali, sia in ambito regionale, per prevenire il fenomeno dell’immigrazione clandestina nei paesi d’origine dei flussi migratori”. Come prevede l’art. 33 della Convenzione di Ginevra “Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche”.
Si deve tenere presente che la Libia non ha aderito a tale Convenzione, mentre il nostro Stato si conforma ad essa così come al diritto internazionale. Pertanto Vi chiediamo chiarimenti su questa vicenda, data la nostra azione quotidiana diretta a fornire assistenza legale a cittadini extracomunitari, e manifestiamo la nostra preoccupazione innanzitutto come professionisti impegnati nella tutela dei diritti dei migranti e come cittadini italiani. Ci associamo dunque alla “richiesta di aiuto per fare chiarezza sulla sorte di questi eritrei”, inoltrataVi anche dal Consiglio di Europa, come si evince dai comunicati delle agenzie di stampa del 06.07.2010
Si fa presente inoltre che i circa 250 cittadini eritrei avrebbero potuto trovare qualche forma di protezione se avessero raggiunto le nostre coste.
Questa preoccupazione è stata manifestata da diversi fronti sociali, come dal Vaticano, precisamente da Mons. Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti (8 aprile 2010). Anche noi, come fece la santa Sede circa un anno fa (agosto 2009), siamo preoccupati che di fronte a questa emergenza umanitaria “l’occidente chiuda gli occhi come avvenne con l’olocausto” seppur questo pericolo venga scongiurato dai governi.
Fiduciosi in un Vostro riscontro porgiamo i più distinti saluti.
Siracusa, 12.07.2010
Avv. Corrado V. Giuliano
cell. 3357063993
Dott. Edoardo Di Mauro
cell. 3334588540